Contributi Previdenziali – INPS per Imprenditori e Professionisti

Una domanda che spesso ci pongono i nostri clienti è:

Posso fare a meno di pagare l’INPS?”

La concisa risposta di Studio Scudo è: “Se lavori, NO!”.

Molti consulenti propongono degli escamotage per evitare di versare i contributi previdenziali, ma il Dottore Commercialista di Studio Scudo consiglia a chi è operativo/a nella propria attività di versare i contributi e non solo per evitare eventuali sanzioni.

I consigli del Dottore Commercialista sono ponderati dalla conoscenza in materia di pianificazione del patrimonio personale e dallo studio della normativa: per raggiungere la miglior efficienza fiscale e previdenziale nel breve e nel lungo termine è consigliabile versare i contributi previdenziali – INPS.

In questo articolo si tratta la ratio della contribuzione generale INPS per Imprenditori e Professionisti non ordinistici senza cassa di previdenza, tralasciando i casi specifici (comunque frequenti) che richiedono una consulenza specifica del Dottore Commercialista.

Come funziona il Sistema Previdenziale

Il sistema previdenziale nel nostro paese è un sistema di finanziamento a ripartizione e prevede che con i contributi versati dalle lavoratrici e dai lavoratori attivi si paghino le pensioni dalla fascia di popolazione non attiva (se le entrate nell’INPS sono inferiori alle uscite, lo Stato interviene attingendo dalla fiscalità generale).

I lavoratori e le lavoratrici in attività otterranno il diritto a ricevere la pensione nel momento in cui matureranno i requisiti e la loro pensione sarà pagata dalla popolazione attiva in quello stesso momento.

inps contributi previdenziali

L’ammontare della futura pensione di un lavoratore e una lavoratrice dipenderà da molti fattori, quali:

  • l’età in cui deciderà di interrompere l’attività lavorativa dopo aver conseguito i requisiti minimi per la pensione;
  • l’andamento delle retribuzioni;
  • la continuità dei versamenti contributivi;
  • l’andamento complessivo dell’economia italiana che influenzerà il coefficiente di rivalutazione del montante contributivo;
  • la longevità delle cittadine e dei cittadini italiani che modificherà il tempo in cui si raggiungerà il requisito anagrafico per il pensionamento.

Ma quindi: come funziona l’ INPS per Imprenditori e Professionisti?

INPS per imprenditori: Gestione Artigiani e Commercianti

Art. 2082 cod.civ. – è imprenditore colui che esercita professionalmente una attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi.

Tutte le persone che compongono l’impresa familiare sono obbligate a versare i contributi previdenziali, in quanto la costituzione dell’impresa presuppone che la/il titolare e le/i coadiuvanti svolgano la propria attività con carattere di abitualità e prevalenza.

L’abitualità e la prevalenza sono le caratteristiche che obbligano l’iscrizione all’INPS Gestione Artigiani e Commercianti anche per tutti soci di Snc, Sas e Srl.

I casi nei quali è prevista la “non iscrivibilità” sono:

  • svolgimento di attività da lavoro dipendente a tempo prevalente (più di 20 ore a settimana);
  • partecipazione alla realizzazione dello scopo sociale esclusivamente tramite conferimento di capitale;
  • altra attività prevalente con iscrizione alla relativa cassa/ente previdenziale;
  • iscrizione alla Gestione Artigiani e Commercianti per altra attività di impresa.

L’imprenditore/imprenditrice deve versare trimestralmente (16 maggio, 20 agosto, 16 novembre e 16 febbraio l’ultima rata relativa al periodo di contribuzione) i minimali dei contributi Invalidità, Vecchiaia e Superstiti (IVS) più l’eventuale extra se il reddito supera il minimale. Gli iscritti alla Gestione INPS Commercianti e Artigiani sono obbligati alla contribuzione minima, cioè a versare indipendente dal volume d’affari.
Il reddito minimo e il massimale di reddito annui da prendere in considerazione ai fini del calcolo del contributo fisso IVS variano annualmente secondo indici basati sull’andamento dell’inflazione. Anche le aliquote variano leggermente per gli Artigiani e per i Commercianti; sono inoltre previste delle riduzioni per Under 21 e degli aumenti di aliquota per chi supera determinati redditi. All’incirca l’aliquota contributiva della Gestione INPS Commercianti e Artigiani è del 25%.


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INPS per professionisti: gestione separata

Chi svolge una professione non rappresentata da una cassa autonoma è obbligato/a ad iscriversi alla Gestione Separata dell’INPS.

L’istituzione nel 1995 della Gestione Separata ha lo scopo di dare una tutela previdenziale alle categorie di lavoratori e lavoratrici che fino a quel momento ne erano escluse.

A differenza degli iscritti alla Gestione INPS Commercianti e Artigiani, i lavoratori autonomi (professionisti e professioniste) iscritti alla Gestione Separata versano i contributi in proporzione al reddito.
L’aliquota contributiva della Gestione Serata e il massimale di reddito da prendere in considerazione ai fini del calcolo del contributo IVS sono simili a quelle previste nella Gestione INPS Commercianti e Artigiani.
Il versamento dell’onere contributivo deve essere eseguito tramite F24 telematico alle scadenze fiscali previste per il pagamento delle imposte calcolate in dichiarazione dei redditi.

All’interno della Gestione Separata INPS confluiscono anche i contributi versati dai venditori e venditrici porta a porta, dalle lavoratrici e dai lavoratori autonomi occasionali e da quasi tutti i lavoratori e lavoratrici che operano con forme di collaborazione coordinata e continuativa.

Anche gli amministratori e le amministratrici che non percepiscono il loro compenso tramite fattura sono tenuti a iscriversi e versare i contributi alla Gestione Separata INPS. In questo caso l’aliquota è di circa il 35% .

Per i soggetti (sia per i collaboratori e figure assimilate, sia per i professionisti) titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria si applica un’aliquota del 24%.

INPS pensione imprenditori professionisti

L’imprenditore/imprenditrice può evitare di versare l’INPS

La discriminante è costituita dalla tipologia di attività svolta: è importante determinare se l’imprenditore/imprenditrice è un soggetto operativo (lavora direttamente, svolge attività commerciale) o solamente gestisce il proprio patrimonio (capitale).

In quest’ultimo caso, il Dottore Commercialista può consigliare di costituire una Holding o una Società Semplice per acquistare partecipazioni in società commerciali allo scopo di ottenere dividendi e capital gains.

Le società commerciali devono essere organizzate con forza lavoro e tra queste persone non deve operare direttamente l’imprenditore/imprenditrice in oggetto.

Se sussistono tali requisiti, non si è obbligati all’iscrizione all’INPS e quindi a versare i contributi previdenziali. Si sottolinea che il consiglio è rivolto solamente a chi fa mera attività di controllo degli investimenti.

Perché il Dottore Commercialista consiglia di versare i contributi previdenziali

Il corretto funzionamento del sistema pensionistico si pone il fine di corrispondere una rendita vitalizia ad una persona fisica per la tutela del rischio di longevità o di altri rischi (es. invalidità).

Al raggiungimento dei requisiti minimi di anzianità contributiva, molto probabilmente, non si avranno più le energie fisiche e/o intellettuali per continuare l’attività lavorativa: il welfare state supplirà a queste carenze supportando economicamente il soggetto per il resto della sua vita erogando la pensione.

Il Dottore Commercialista consiglia in questo caso all’imprenditore/imprenditrice o professionista di versare con continuità nell’arco della carriera lavorativa i contributi previdenziali proporzionati al reddito per maturare il diritto, una volta terminata il periodo lavorativo, di percepire una pensione tale da consentire di mantenere lo stesso tenore di vita.

Diversa è la situazione per chi gode dei frutti dei suoi investimenti (dividendi e capital gains). Tali rendite non dipendono dalla sua forza lavoro (fisica e/o intellettuale), ma dalle capacità di gestione di capitali, spesse volte affidate anche ad altri soggetti specialisti in materia. In questo caso la ratio del sistema previdenziale perde di logica, perché l’investitore/investitrice potrà benissimo mantenere lo stesso tenore di vita continuando a percepire le rendite finanziarie.

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