Il Trust come strumento per gestire il passaggio generazionale

Il Dottore Commercialista di Studio Scudo approfondisce in questo articolo la tematica del trust per la tutela del patrimonio delle persone fisiche.

Che cos’è il Trust

Il trust è un rapporto giuridico complesso dove un soggetto disponente, con atto tra vivi o mortis causa, dispone alcuni beni sotto il controllo di un altro soggetto trustee, nell’interesse di uno o più beneficiari o per perseguire un determinato fine.

La struttura del trust prevede la presenza di almeno 3 soggetti, nello specifico:

  • disponente: si tratta generalmente di una persona fisica interessata a gestire in maniera ordinata il ricambio generazionale;
  • trustee: chi gestisce e amministrata i beni donati dal disponente a favore dei beneficiari secondo le indicazioni dettate nell’atto del trust, nel rispetto della legge ed in accordo con i desideri del disponente;
  • beneficiario o beneficiari: chi beneficerà dei beni donati dal disponente e gestiti/amministrati dal trustee. Possono essere designati nominativamente o quali appartenenti ad una determinata categoria.

L’effetto principale (ma non lo scopo) del trust è quello di segregare un dato patrimonio affinché lo stesso possa essere destinato al perseguimento delle finalità previste.

Il disponente costituite il trust per cercare di gestire il passaggio generazionale in linea con le aspettative e le attitudini dei discendenti.

trust passaggio generazionale

La gestione del fondo nel Trust e i diritti dei beneficiari

Il fondo in trust rappresenta l’intero patrimonio del trust (es. immobili / partecipazioni societarie) donato dal disponente, e lo stesso può essere distinto in capitale e reddito sulla base delle spettanze dei beneficiari o dei poteri del trustee.

I diritti dei beneficiari possono riguardare:

  • solo i redditi del fondo: si tratta dei redditi generati nel corso della vita del trust (es. se si ha a che fare con immobili affittati, gli affitti attivi faranno parte dei frutti);
  • solo il capitale del fondo: comprende l’intero fondo in trust meno il reddito (compreso quello accumulato come tale);
  • entrambi i precedenti.

Imposizione fiscale del Trust

A seconda di come vengono identificati i beneficiari, il regime impositivo cambia. Il trust può essere:

  • Trust opaco: quando i beneficiari non sono individuati. I redditi vengono tassati direttamente in capo al trust.
  • Trust trasparenti: quando i beneficiari sono individuati. I redditi vengono imputati per trasparenza ai beneficiari stessi.
  • Trust che siano al contempo opachi e trasparenti: quando nell’atto istitutivo si preveda che una parte del reddito del trust sia accantonata a capitale e l’altra parte sia attribuita ai beneficiari. Si presenta un doppio regime impositivo.

Il trust “opaco” è incluso tra i soggetti passivi IRES.

L’amministrazione finanziaria ha chiarito che nei casi in cui l’agire del trustee sia limitato o condizionato dalla volontà del disponente o dei beneficiari, il trust, anche se esistente sotto il profilo civilistico, non rileva ai fini tributari: ne consegue che i redditi imputati al trust vengono riferiti al disponente.

I redditi imputati al beneficiario di trust costituiscono redditi di capitale.


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Srl Holding, Società Semplice o Trust?

Per la gestione del patrimonio si possono utilizzare varie entità, quali: SRL Holding, Società Semplice, Trust. Ci sono molti aspetti da considerare nella scelta dello strumento da costituire, quali:

  • costi di gestione;
  • prelievo sui conferimenti, imposte sugli utili;
  • rivalutazione, studi di settore ISA, parametri per le società di comodo;
  • protezione patrimoniale;
  • passaggio generazionale.

La Società Semplice prevede meno costi di gestione sia rispetto alla SRL che rispetto al trust, dove bisogna considerare il compenso da riconosce al trustee.

Quanto alle imposte sugli utili/dividendi, le SRL godono del Regime PEX fintantoché non verranno attribuiti alle persone fisiche, mentre la Società Semplice prevede la tassazione per trasparenza in capo ai soci e nel trust, invece, gli utili rilevano integralmente nella determinazione del reddito imponibile.

La Società Semplice e il trust possono poi rivalutare le partecipazioni detenute in vista di una possibile cessione e non sono soggetti agli ISA e alla disciplina delle società di comodo, a differenza delle SRL.

Massimi vantaggi per il trust sia dal punto di vista del passaggio generazionale che della protezione patrimoniale; la Società Semplice presenta il vantaggio, rispetto alla SRL, della impignorabilità delle partecipazioni ma lo svantaggio che consente al creditore del socio di chiedere la liquidazione della quota.

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Per tutte queste ad altre ragioni si consiglia di interfacciarsi con il Dottore Commercialista di Studio Scudo.

I vantaggi del Trust

Il vantaggio del trust per gestire il ricambio generazionale risiede soprattutto sulla flessibilità offerta dallo strumento.

I beni non sono né del disponente, né dei beneficiari, ma sono in uno stato di mezzo tra le due figure.

Gli stessi beni possono essere utilizzati per soddisfare il tenore di vita dei disponenti, ma non proiettati verso i beneficiari cui giungeranno al momento opportuno. Inoltre, il trust è uno strumento che ben si presta a tutela dei soggetti deboli: ad esempio, l’assistere un disabile, che può essere un figlio o una figlia, ma anche un genitore, non si pone fintantoché il disponente è ancora in vita, piuttosto quando questi è incapace o morto.

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